giovedì 15 aprile 2010

Bergamo: non feci io nome Collina


ROMA - "Fu lui a fare il nome di Collina e non viceversa". L'ex designatore arbitrale, Paolo Bergamo non ha dubbi attribuendo a Giacinto Facchetti, l'ex presidente dell'Inter scomparso nel 2006, la citazione del nome di Collina nell'intercettazione della discordia portata dai legali di Luciano Moggi nell'udienza di ieri al processo di Calciopoli a Napoli. Ai microfoni di Raisport Bergamo chiarisce anche del regalo di Moratti: "Non ricordo di essere mai andato nella sede a ritirare nessun regalo. Era Natale e in quel periodo era normale ricevere dalle società il classico regalo per le feste e insomma anche nel valutare questi audio ci vorrebbe un po' di buon senso. Le cene con i dirigenti? Non mi sembra una cosa vergognosa - spiega l'ex designatore - Era il mio ultimo anno da designatore e così d'accordo con mia moglie organizzai delle serate a casa con vecchi amici tra i quali Giraudo e Moggi. Moratti non venne mai, fu lui a invitarmi negli anni precedenti a Forte dei Marmi".

FACCHETTI JR, RIDARE SCUDETTO 2006?MOSSA VINCENTE - Senza Calciopoli l'Inter non avrebbe mai vinto quattro scudetti di fila, quanto al titolo della discordia del 2005-06 se venisse restituito sarebbe "una mossa vincente". Gianfelice Facchetti torna a parlare dello scandalo del calcio dopo aver fatto la voce grossa per l'utilizzo "vergognoso" di una intercettazione in cui suo padre Giacinto, ai tempi presidente nerazzurro poi scomparso nel 2006, parlava con Paolo Bergamo. In un'intervista alle Iene in onda stasera, Facchetti Jr risponde anche a chi gli chiede se sarebbe giusto restituire quello scudetto. "Sarebbe un gesto molto eclatante ma che avrebbe il potere di far acquisire ancora più punti alla nostra storia - dice Facchetti - Anche restituendo lo scudetto ci sarà chi rivorrà indietro i suoi, ma secondo me sarebbe una mossa vincente".

Quanto a Calciopoli il figlio dell'ex presidente interista la definisce "una degna conclusione di una pagina del calcio italiano orribile durata più di dieci anni". E comunque senza lo scandalo l'Inter non avrebbe vinto i titoli: "No, assolutamente no, per un sacco di motivi". Facchetti jr. ammette che c'erano sospetti su Calciopoli e che in famiglia se ne parlava: "Di alcuni episodi che si vedevano, di una serie di strane coincidenze, chiamiamole così. Io all'inizio facevo fatica a credere e poi sono felice di essere stato sbugiardato". Ammette che suo padre parlava con i designatori ma "faceva diversamente (da Moggi ndr) perché il contenuto delle telefonate era differente". E torna su quella incriminata, in cui la difesa di Moggi accusa Facchetti di aver indicato il nome di Collina per arbitrare una gara. "Il nome del signor Collina lo pronuncia per la prima volta nella telefonata il dottor Bergamo e non Giacinto Facchetti - ribadisce dopo aver riascoltato l'intercettazione - La telefonata è completamente diversa dalla trascrizione che è stata usata in aula ieri". Per Facchetti jr. non vale la teoria dei legali di Moggi per cui tutti colpevoli nessun colpevole: "La sostanza è assolutamente differente. Chiedere il miglior arbitro per giocare una partita mi sembra la richiesta di giocare una partita in condizioni di legalità nel campionato più taroccato nella storia del campionato italiano".

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