lunedì 21 dicembre 2009

Serie A, Inter allunga

ROMA - Nella domenica del freddo e della neve (con due gare rinviate, Udinese-Cagliari e Genoa-Bari, oltre ai due anticipi di sabato, Bologna-Atalanta e Fiorentina- Milan), la vera bufera d'inverno va in scena a Torino, sponda Juventus con la formazione bianconera che esce sconfitta dal confronto casalingo contro il fanalino di coda Catania. L'Inter ne approfitta: batte, in un Meazza-freezer, la Lazio con il punteggio minimo e chiude il 2009 con un ulteriore allungo, in attesa del recupero tra viola e rossoneri. La capolista sale a 39 punti, 8 più del Milan (che però, se il 27 gennaio - data probabile per il match al Franchi - vincesse tornerebbe a -5) e 9 della Juve.

Partita non bella ma utile, quella dell'Inter, che segna con uno dei suoi uomini che in teoria più avrebbero dovuto soffrire la temperatura polare e il terreno gelato: il camerunese Etòo, che, dopo neanche un quarto d'ora di gioco, insiste su una respinta del portiere biancoceleste Muslera ad un suo colpo di testa e infila in rete di destro. Nonostante l'ora e un quarto ancora a disposizione e alcune pregevoli manovre, la Lazio, frenata anche dall'assetto prudenziale (Rocchi unica punta), non riesce ad agguantare il pareggio In casa Juve i tifosi contestano e invocano Andrea Agnelli, il presidente Blanc implicitamente conferma l'arrivo di Bettega, Ferrara esclude le dimissioni: non abbandono la nave in tempesta Bianconeri a due facce con un primo tempo da dimenticare ed una ripresa di generosità e slancio ma poco fortunata. Martinez su rigore porta in vantaggio il Catania, il pari arriva nella ripresa grazie a Salihamidzic, mandato in campo al posto di Felipe Melo.

Ma non basta perché in contropiede Izco castiga i bianconeri. La Juve infila il quinto ko in sei partite ed il futuro di Ciro Ferrara e sempre più incerto. Al Comunale vano in scena prima i cori razzisti e poi la contestazione. Se la Juve annaspa, la Sampdoria, rivelazione della prima parte della stagione, non se la passa meglio. La squadra blucerchiata subisce una pesante sconfitta a Livorno. Eppure era andata in vantaggio con una bella conclusione di Cassano, a segno dopo un lungo digiuno. Pronta la replica del Livorno, che di gol ne mette a segno tre (doppietta di Danilevicius, poi Rivas). La partita è sospesa due minuti per petardi. Sorridono Roma e Napoli, entrambe vittoriose, rispettivamente contro Parma e Chievo e in piena zona Champions. I giallorossi superano il Parma 2-0 grazie alle reti di Burdisso e Brighi e agganciano gli emiliani al quarto posto a quota 28. Un punto dietro c'é il Napoli di Walter Mazzarri, che saluta il 2009 con la vittoria casalinga contro il Chievo (Hamsik su rigore e il ritrovato Quagliarella i marcatori). Una vittoria tanto pesante quanto sofferta, perché i veneti hanno dato filo da torcere ai partenopei, capaci però di sfruttare al meglio le occasioni capitate loro.. Vince anche il Palermo, rigenerato dalla cura Delio Rossi, che regola per 1-0 il Siena. Per i rosanero è la terza vittoria consecutiva. Ed il successo di oggi porta la firma di Edilson Cavani, dato dai più in partenza, destinazione Inter.


Serie A - 17/a giornata
Bologna-Atalanta (rinviata per neve)
Genoa-Bari (rinviata per neve)
Fiorentina-Milan (rinviata per neve)
Juventus-Catania 1-2
Livorno-Sampdoria 3-1
Napoli-Chievo 2-0
Palermo-Siena 1-0
Roma-Parma 2-0
Udinese-Cagliari (rinviata per neve)
Inter-Lazio 1-0

domenica 20 dicembre 2009

napoli-chievo 2-0


NAPOLI-CHIEVO 2-0
Hamsik e Quagliarella battono il Chievo

Assente Lavezzi per squalifica ci hanno pensato Hamsik su calcio di rigore (per fallo del portiere veronese su Denis) e Fabio Quagliarella (su assist di Bogliacino) a battere il Chievo Verona, squadra che è scesa a Napoli, senza alcun timore. Anzi dobbiamo affermare che i veneti hanno raccolto in questa gara di meno di quello che hanno prodotto.

Con questa vittoria, gli azzurri salgono a 27 punti in classifica in piena zona-Europa League.

Il tecnico del Napoli, Walter Mazzarri, ha rilasciato alcune dichiarazioni nel post-partita. Ecco quanto evidenziato: "Mi ripeterò sempre. Io non parlo mai di obiettivi, viviamo alla giornata. Sul piano del gioco abbiamo fatto un passo, e forse anche qualcosa in più, indietro. Il campo non ci ha aiutato secondo me. Come sempre abbiamo sprecato qualche palla gol e non abbiamo chiuso la gara, abbiamo dovuto aspettare il finale. Il Chievo ha giocato bene e a centrocampo fisicamente aveva qualcosa in più. Non parlo mai dei singoli. I singoli si esaltano quando la squadra funziona, non devono essere da soli a risolvere la gara".
L'attacante del Napoli, Fabio Quagliarella, ha rilasciato alcune dichiarazioni al termine della gara ai microfoni di Sky. Ecco quanto evidenziato : "Il campionato è ancora lungo e difficile, basta perdere due partite e sei in zona retrocessione, ne vinci due e sei vicino alla zona Champions. Oggi abbiamo sofferto tanto, abbiamo giocato contro una grande squadra, ma siamo stati bravi a segnare nelle occasioni avute. Ora possiamo passare un sereno Natale. Fortuna?Il calcio è un dare ed avere. Era da 35 anni che il Napoli non faceva 10 risultati utili di fila? Non penso ai record, anche a Udine ne ho fatto qualcuno. Dobbiamo solo guardare per partita per partita. Bogliacino? Il merito del gol è quasi tutto suo, mi ha dato una palla da spingere dentro. Lui merita grande spazio, così come Cigarini in panchina. A centrocampo ci sono tanti giocatori bravi".

Alessandro Lugli

Serie A, Roma aggancia Parma vince il NAPOLI




Dopo le 5 partite giocate oggi per la 17/a giornata di serie A, la Roma aggancia il Parma al 4/o posto. Salgono anche Napoli, Palermo e Livorno.

Inter 36; Milan 31; Juventus 30; Roma e Parma 28; Napoli 27; Palermo 26; Sampdoria 25; Bari, Chievo, Fiorentina e Genoa 24; Cagliari 23; Udinese e Livorno 18, Lazio e Bologna 16; Atalanta 13; Catania e Siena 12. Atalanta, Bari, Bologna, Cagliari, Fiorentina, Genoa, Inter, Lazio, Milan, Udinese una partita in meno.

Mancini riparte dal City

LONDRA - Roberto Mancini è il nuovo allenatore del Manchester City: è stato lo stesso presidente del club inglese, Khaldoon Al Mubarak, a confermare l'esonero di Mark Hughes e l'arrivo del tecnico di Jesi. Mancini, che esordirà sulla panchina dei 'citizens' sabato prossimo in casa contro lo Stoke, ha firmato un contratto di 3 anni e mezzo, fino al 2013. Le indiscrezioni provenienti da Manchester avevano trovato presto conferma nelle quote dei bookmakers, che nel corso della giornata di sabato si sono improvvisamente abbassate, indicando nel tecnico italiano il successore di Mark Hughes. A quanto si è appreso, l'accordo era stato raggiunto già nella serata di ieri, quando lo sceicco Mansour, proprietario del club tramite il private equity Abu Dhabi United Group, aveva incontrato lo stesso Mancini per definire i dettagli del contratto. Quella contro il Sunderland é stata dunque l'ultima gara di Hughes, una vittoria (4-3) che non è bastata ad evitare l'esonero. Perché la proprietà, dopo la sconfitta di mercoledì contro il Tottenham, aveva ormai deciso di voltare pagina.

Nonostante le due sole sconfitte in campionato, all'ex ct del Galles sono stati fatali i troppi pareggi (8) e un gioco mai spettacolare. L'esordio di Mancini è atteso sabato prossimo, Boxing Day (come gli inglesi chiamano il giorno di Santo Stefano), in casa contro lo Stoke. Due giorni dopo sarà ospite del Wolverhampton: due partite per conoscere la squadra e pianificare il mercato di gennaio, che si annuncia - una volta di più - fastoso, all'insegna dei grandi acquisti. D'altronde dal suo arrivo a Manchester (settembre 2008) lo sceicco Mansour ha speso più di 200 milioni di euro nelle campagne acquisti, ingaggiando tra gli altri Robinho, Carlos Tevez, Emmanuel Adebayor, Gareth Barry e Kolo Toure. Dopo aver rescisso lo scorso ottobre il contratto che lo legava all'Inter fino al 2012, Mancini aveva espresso il desiderio di tornare ad allenare. E ha scelto nuovamente l'Inghilterra, dove aveva vissuto una breve parentesi da calciatore con la maglia del Leicester nel 2001: ultima esperienza in campo prima di cominciare la carriera di allenatore con la Fiorentina. Dopo Firenze, due stagioni a Roma (sulla panchina della Lazio), quindi i quattro anni a Milano, sponda nerazzurra. Tre scudetti e quattro Coppe Italia il suo Palmares da allenatore. Ora è chiamato a guidare i Citizenz almeno in zona Champions, e magari vincere la Coppa di Lega che vede il City in semifinale, atteso dal derby cittadino con lo United, il 6 gennaio prossimo.

sabato 19 dicembre 2009

PRESENTAZIONE NAPOLI-CHIEVO

PRESENTAZIONE NAPOLI-CHIEVO
Lavezzi salterà squalificato la sfida col Chievo Verona


Mazzarri deve rinunciare a Lavezzi squalificato e Santacroce non ancora al meglio. Solito 3-4-3 con davanti a De Sanctis linea difensiva titolare con Campagnaro, Cannavaro e Contini. A centrocampo Maggio a destra e Aronica a sinistra, Gargano e Pazienza confermati in mezzo al campo. In attacco Hamsik e Quagliarella con libertà di movimento alle spalle di Denis prima punta.
Il Chievo senza gli indisponibili Moro e Frey, mentre è in dubbio Sardo che non è al meglio. Sorrentino tra i pali, linea difensiva con Morero e Yepes centrali, Malagò a destra e Mantovani a sinistra. A centrocampo Luciano, Rigoni (in vantaggio su Marcolini) e Pinzi. In attacco Bentivoglio pronto a inserirsi alle spalle di Pellissier e Abbruscato.
NAPOLI (3-4-3): 26 De Sanctis; 14 Campagnaro, 28 Cannavaro, 96 Contini; 11 Maggio, 23 Gargano, 5 Pazienza, 6 Aronica; 17 Hamsik, 27 Quagliarella, 19 Denis. (A disposizione: 1 Iezzo, 77 Rinaudo, 16 Zuniga, 15 Datolo, 18 Bogliacino, 21 Cigarini, 12 Pià). All. Mazzarri

CHIEVO (4-3-3): 28 Sorrentino; 8 Malagò, 2 Morero, 33 Yepes, 4 Mantovani; 10 Luciano, 16 Rigoni, 6 Pinzi; 9 Bentivoglio, 31 Pellissier, 22 Abbruscato. (A disposizione: 18 Squizzi, 5 Mandelli, 20 Sardo, 19 Ariatti, 7 Marcolini, 11 Granoche, 23 Bogdani). All. Di Carlo

ARBITRO: Bergonzi di Genova (Bianchi-Ponziani. IV uomo: Calvarese)

giovedì 17 dicembre 2009

Europa League: Roma, vittoria e primato

ROMA - Non c'é Totti e allora sale in cattedra Alessio Cerci. Ma anche Filippo Maria Scardina. Sono loro il futuro della Roma, sono loro che nei prossimi anni faranno sognare i tifosi giallorossi. L'ala di Velletri firma la doppietta che manda ko il Cska Sofia, volenteroso quanto si vuole, ma evanescente; l'attaccante che si era promesso al Manchester United nella scorsa primavera suggella un'affermazione comunque importante, per dirla alla Ranieri.

Trentaquattro anni in due, Cerci e Scardina sono gli uomini decisivi di un match il cui verdetto sarebbe stato ininfluente ai fini della qualificazione, che i giallorossi avevano già conquistato all'Olimpico, contro il Basilea. Vincere, però, fa sempre bene, perché alimenta l'autostima. Dettagli. La trasferta in Bulgaria segna quasi un passaggio fra passato prossimo e futuro, ed è singolare che questa transazione sia avvenuta proprio nel giorno del rinnovo contrattuale di Francesco Totti: passato e presente (ma anche futuro) del club. La serata, dal punto di vista climatico, non promette niente di buono: Ranieri, nel freezer del Vasil Levski National Stadium di Sofia, sceglie di mandare in campo la Roma 2, il Cska risponde come meglio non potrebbe. I bulgari ci tengono a chiudere nel migliore dei modi questo raggruppamento di Europa League e partono col piede sull'acceleratore, senza però creare seri grattacapi agli ospiti. Bisogna aspettare 22' per vedere la parata di un portiere: è il romanista Lobont ad intervenire, spedendo sopra la traversa dopo una gran botta di Stoyanov. La risposta della Roma è immediata: il colpo di testa di Okaka sembra vincente, ma l'attaccante è in fuorigioco, inutile dunque la parata di Chavdarov. Il Cska spinge, i giallorossi si limitano a repliche essenziali, ma anche pericolose, come conferma il palo colpito da Perrotta, con una deviazione volante su corner calciato dalla sinistra.

Il gol sembra fatto al 35', quando Baptista - fino a quel momento in ombra - serve un ottimo pallone ad Okaka, che entra in area ma calcia debolmente sul portiere in uscita. Gli uomini di Ranieri devono attendere il recupero del primo tempo per esultare: lo fanno grazie alla rete di Cerci, abile a liberarsi accentrandosi in area per il sinistro che fulmina il portiere bulgaro. La ripresa si apre come si era chiusa la prima frazione di gioco: con la Roma in rete. E' ancora Cerci a chiudere il conto ed a garantire il primo posto nel girone, ancora con un gol bello, che strappa anche l'applauso a Ranieri. La Roma 2 piace, perché è rigorosa nell'applicazione degli schemi, attenta e concentrata. Proprio come piace al tecnico di Testaccio. Nel finale c'é spazio per un paio d'opportunità sprecate da Cerci (ancora lui), ma anche per gli esordi di Stefano Pettinari e Scardina, entrambi classe '92, entrambi elementi della formazione Primavera allenata da Alberto de Rossi. Scardina bagna la sua apparizione con un gol che chiude il tris giallorosso. Il futuro e' già cominciato.

Coppa Italia: Inter-Livorno 1-0

L'Inter accede ai quarti di finale di Coppa Italia battendo 1-0 il Livorno con un gol di Sneijder nella ripresa. L'olandese trova il gol su punizione al 60', dopo un primo tempo in cui l'Inter ha faticato a concretizzare. Per Sneijder e' il quarto gol con la maglia nerazzurra. Il Livorno non riesce a reagire e i padroni di casa sfiorano piu' volte il raddoppio. Ai quarti l'Inter affrontera' la vincente tra Juve e Napoli che giocheranno il 13 gennaio a Torino.

martedì 15 dicembre 2009

Serie B: Reggina-Triestina 3-1

La Reggina vince 3-1 il posticipo della 18 giornata con la Triestina. In classifica i calabresi agganciano il Cittadella a 21 punti. In vantaggio gli ospiti con Testini all'11'. Il pareggio dei calabresi con Missiroli al 37'. Nella ripresa i padroni di casa raddoppiano sempre con Missiroli (57'). Quindi la rete della sicurezza al 71' con Pagano.

lunedì 14 dicembre 2009

Sampdoria-Roma 0-0


Pareggio senza reti, con poche emozioni, tanti errori e solo piccoli barlumi di gioco tra Sampdoria e Roma in un gelido Ferraris. Totti e Cassano (che scherzano e si abbracciano) si dividono i punti nel posticipo al termine di una prestazione volenterosa ma senza acuti. Il risultato rispecchia il perfetto equilibrio della sfida, vinta ai punti nel primo tempo dai blucerchiati e dai giallorossi nella ripresa, e il punticino consente a entrambe le squadre di fare un passo avanti rispetto al grande mucchio di avversarie che si e formato a quota 24.

Il pari rincuora comunque la Sampdoria, che è ancora alle prese con una involuzione di gioco notevole ma riscatta in parte le ultime due pesanti sconfitte nel derby e con il Milan. Meno contenta la Roma, che sullo slancio del derby ha provato ad allungare per avvicinare il Parma, ci è andata vicina ma non ha saputo battere un avversario che nella seconda parte stava facendo i conti con la paura di sé. A Ranieri non era piaciuto il gioco nel derby e neppure questa sera dovrebbe fare salti di gioia. La gara del Ferraris ha confermato anche passi avanti nel 'processo di pace' avviato da Totti e Cassano. I due ex amici si sono salutati con un abbraccio prima della gara e al rientro in campo, quando il barese ha dato un calcetto scherzoso al romano, strappandogli un sorriso. Del Neri ha proposto solo una importante novità, Bellucci, schierato a centrocampo con Palombo, Poli e Mannini. Dietro Lucchini e Ziegler sono preferiti a Zauri e a Accardi, davanti ci sono Pazzini e Cassano. Ranieri schiera la formazione annunciata, con De Rossi e Brighi davanti a Cassetti, Burdisso, Juan e Riise, Taddei, Perrotta e Vucinic a inventare a centrocampo e Totti davanti. Nel primo tempo Sampdoria e Roma giocano con perfetto equilibrio anche se alla fine c'é più Cassano che Totti, più blucerchiato che giallorosso.

Non si vedono grandi giocate, anzi prevalgono gli errori, tecnici e tattici, e si va avanti a fiammate. Le emozioni non mancano però. La Sampdoria ne regalà di più, con Pazzini (fuori di un soffio), Mannini, Cassano e soprattutto Stankevicius, che al 34' colpisce il palo di testa. Sulla ribattuta, Pazzini sbaglia da un passo alzando la mira. E' il momento migliore dei blucerchiati, che in precedenza hanno rischiato solo per un tiro ravvicinato di Taddei (parato) e una conclusione di Perrotta rimpallata. Totti ha camminato e fatto un po' la sponda. Nella ripresa c'é invece più Roma, pericolosa con Burdisso, che manda alto ostacolando un compagno, Vucinic (parata di Castellazzi) e soprattutto Perrotta, che in scivolata manda fuori di poco su assist di Totti (17',primo guizzo). La Sampdoria sembra di nuovo preda della sue recenti paure e si rintana. L'unico acuto è di Cassano, ma Riise lo rimpalla con tempismo perfetto.

domenica 13 dicembre 2009

Il Milan si sgonfia col Palermo. Inter, un pari per la fughetta


L'Inter si fa pareggiare a Bergamo dall'Atalanta 1-1, Tiribocchi risponde a Milito. Nerazzurri in dieci per quasi tutta la ripresa per l'espulsione di Sneijder (doppia ammonizione). La squadra di Mourinho guadagna comunque un punticino sul Milan, sconfitto in casa dal Palermo per 2-0. Rosanero veloci e aggressivi, a segno con Miccoli e Bresciano. Fiorentina ko col Chievo, la Lazio torna alla vittoria col Genoa. Successo in rimonta del Parma sul Bologna, ducali quarti.Vince il Siena sull' Udinese . E il Livorno espugna Catania ultimo in classifica. Stasera Samp-Roma.



ANTICIPI: Juve sempre più in crisi, Ferrara sempre più in bilico. I bianconeri perdono a Bari per 3-1. Polemiche per il rigore dato a Barreto ma Diego sbaglia un penalty, altrettanto dubbio. Clamoroso 3-3 tra Cagliari e Napoli.

Serie B: Lecce bloccato da Ascoli

Nella 18/a di serie B Lecce fermato in casa dall'Ascoli, avvicinato dall'Ancona che regola il Brescia. Colpo esterno del Sassuolo a Torino.

Risultati: Ancona-Brescia 2-0, Crotone-Gallipoli 4-2, Empoli-Vicenza 1-0, Frosinone-Cittadella 2-1, Lecce-Ascoli 0-0, Modena-Mantova 1-1, Padova-Cesena 1-0 (ieri), Piacenza-Grosseto 0-1, Salernitana-Albinoleffe 1-1, Torino-Sassuolo 0-1. Reggina-Triestina lunedi' 14 dicembre alle 20:45.

bari-juve 3-1

Bari-Juventus 3-1 (2-1) nel 2/o anticipo della 16/a giornata. In gol Meggiorini, Trezeguet, Barreto su rigore, Almiron. Diego sbaglia un rigore.

Al 7' Meggiorini ruba palla a Marchisio e di sinistro sorprende Buffon. Al 24' destro di Diego, Gillet non trattiene e Trezeguet infila. Al 43' rigore per il Bari: contatto di Cannavaro su Barreto che trasforma. Al 68' Grosso, appena entrato, guadagna un rigore che Diego tira alto. La Juve ha altre occasioni ma all'82' un destro di Almiron chiude il conto.

cagliari-napoli 3-3


CAGLIARI-NAPOLI 3-3

Gara spettacolare al Sant'Elia



E' stato un 3-3 spettacolare quello inscenato allo stadio Sant'Elia di Cagliari , fra la squadra di casa e il Napoli. Un Napoli padrone assoluto della gara per oltre un 'ora , in vantaggio di due gol a zero grazie alle marcature di Lavezzi (bellissima la sua rete) e di Pazienza. Mancavano una ventina di minuti alla fine della partita quando si è assistito a una vera "rivoluzione" da parte dei sardi che sostituendo l'evanescente Nenè con Larrivey aumentavano il loro potenziale offensivo. Ed era proprio l'argentino a mettere a segno la rete dell'1-2 che riapriva la gara. Il 2-2 di Matri su cross dell'ottimo Cossu è il giusto compenso agli sforzi sardi. Ma non solo, il tecnico Allegri metteva in campo anche Jeda, che tre secondi dopo di testa metteva in rete un cross proveniente dalla destra: era il 3-2 per i sardi.

Lavezzi perdeva la testa (benchè provocato anche dal tecnico cagliaritano Allegri) buttando con foga il pallone, addosso il trainer sardo: l' espulsione sembrava mettere fine ad ogni velleità campana. Ma ci pensava Bogliacino, a riprendere di testa , una respinta del portiere sardo Marchetti su colpo di testa di Denis e a siglare il gol del definitivo 3-3.

E si potrebbe concludere dicendo: un punto per uno , non fa male a nessuno!


Walter Mazzarri, tecnico del Napoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni al termine della partita. Ecco quanto evidenziato : "Abbiamo gettato una vittoria che avevamo in mano dal punto di vista del gioco è difficile giocare meglio di così. Se avessimo perso sarebbe stata la beffa della beffa mi dispiace perché due punti in più ci avrebbero dato più convinzione per quanto stiamo facendo di buono. L' espulsione Lavezzi? Io penso che in quel momento, per quello che è successo in campo, l'allenatore avversario si mette a nascondere la palla. Bisognerebbe vedere lo svogimento della gara e allora si capiscono tante cose, abbiamo giocato meglio, poi ti trovi sotto e vedi questi tatticismi, gente che si butta in terra, puo' succedere, ti saltano i nervi, non credo sia così grave. Bisognerebbe essere obiettivi e vedere cosa succede sul campo, quando abbiamo pareggiato qualcuno del Cagliari si rammaricava, ma ci vuole obiettività, strameritavano di perdere se poi parlano anche, uno la pazienza la perde"

Minuto 93, Cagliari in vantaggio dopo un incredibile rimonta. Palla in fallo laterale, Lavezzi in un disperato tentativo di accelerare la ripresa del gioco si catapulta a ridosso della panchina cagliaritana cercando di rimettere subito in gioco il pallone, ma il fair play è un dettaglio in Sardegna ancora sconosciuto. L'allenatore sardo Allegri non solo allontana il pallone nel tentativo di perdere tempo (e anche alla sua panchina, che aveva dato subito il pallone, urla qualcosa) , ma secondo quanto afferma Lavezzi nel post partita, avrebbe etichettato il giocatore partenopeo con il dispregiativo di "Terrone".
Michele Pazienza, centrocampista del Napoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni al termine della partita. Ecco quanto evidenziato: "Siamo arrabbiati, avevamo i tre punti in tasca, ma poi è arrivato il black out ed alla fine siamo riusciti a prenderci almeno un punto. Non siamo stati bravi a gestire il risultato. Dedico il goal alla mia famiglia. In generale credo di aver fatto una buona prestazione"
Alessandro Lugli

sabato 12 dicembre 2009

Gol di Soncin in fuorigioco il Padova ferma il Cesena

Dopo quattro sconfitte di fila il Padova ritrova la vittoria (che mancava da più di un mese) nell'anticipo della 18ª giornata grazie ad un colpo di testa di Soncin (in fuorigioco) nel finale.

Cesena in formazione annunciata con Bucchi unica punta ed il sostegno di Schelotto, Do Prado e Giaccherini. Padova (con l'allenatore Sabatini che ha tenuto top secret la formazione fino a poche ore dal fischio iniziale) che propone Cani in campo dal primo minuto in attacco assieme a Di Nardo e Cuffa a supporto del centrocampo. Primo brivido dopo 4' con Di Nardo che serve un assist per Cani, pronto a mettere in gol (rete annullata dall'arbitro Guida per la posizione di fuorigioco dell'attaccante). Al 14' Do Prado, liberato in area da Giaccherini, sbaglia con il sinistro da pochi passi. Al 22' prima De Feudis da un parte e poi Cuffa dall'altra provano a rompere l'equilibrio con tiri dalla distanza. Alla mezz'ora altra grande occasione per il Cesena con Giaccherini che manda a lato in diagonale da posizione favorevole. Nel finale di tempo Cani devia al volo di tacco ma Antonioli è attento.

Nella ripresa la partita resta sempre in equilibrio (unica occasione un tiro di Rabito al 13', con il sinistro finito di poco a lato), fino all'episodio decisivo del 37': Di Nardo va via sulla destra e mette un cross teso in mezzo sul quale Soncin (entrato da poco al posto di Cani) di testa mette dentro il gol vittoria.

PRESENTAZIONE CAGLIARI-NAPOLI

PRESENTAZIONE CAGLIARI-NAPOLI
Una sfida molto ardua per gli uomini di Mazzarri


Non sarà facile per gli azzurri avere la meglio sulla squadra sarda. Il Cagliari infatti in casa è molto temibile ed è già riuscito a battere Samp e Juve. Sono soprattutto gli attaccanti Matri e Nenè, a far paura ossia due attaccanti che segnano con regolarità assoluta.
I sardi hanno 22 punti in classifica frutto di 7 vittorie 1 solo pareggio e 7 sconfitte , ultima quella col Palermo, per 2-1 in trasferta ove lo stesso Matri aveva illuso con un rete che aveva dato un vantaggio illusorio alla squadra isolana.

Il Napoli dal canto suo è una compagine che non perde da ben 8 turni, nei quali ha totalizzato 4 vittorie e 4 pareggi: ossia l'era-Mazzarri. Sono 23 i punti per i campani frutto di 6 vittorie 5 pareggi e 4 sconfitte.


Sembra cosa fatta per dieci-undicesimi. Davanti a De Sanctis agiranno Cannavaro (rientrata l'emergenza sciatalgia), Campagnaro e probabilmente ancora Grava sul centro sinistra; dovrebbe trattarsi dell'ultima domenica in emergenza per la difesa, in vista dei rientri con ilChievo sia di Contini che di Rinaudo. Sulle corsie esterne confermati Maggio (definito "insostituibile" da Mazzarri) e Aronica; a centrocampo Pazienza e Gargano avranno il compito di arginare le folate offensive di Cossu e compagni. Almeno che il direttore d'orchestra livornese non decida di utilizzare dal primo minuto il tridente puro, composto da Lavezzi, Quagliarella e Denis: in questo caso, Hamsik verrebbe arretrato sulla linea dei centrocampisti, da cui invece uscirebbe Pazienza.

Per quanto riguarda il Cagliari, Allegri deve rinunciare a Marzoratti e Lupatelli per infortunio e al capitano Conti squalificato. Davanti a Marchetti linea difensiva con Pisano e Agostini esterni difensivi, Lopez e Canini i centrali. A centrocampo, dove Allegri preferisce altri due giocatori di qualità oltre al tridente d'attacco, maglie da titolari per Dessena (è in vantaggio su Biondini), Parola e Lazzarri. In attacco Cossu tra le linee in supporto a Matri e Nenè.

Probabili Formazioni:
CAGLIARI (4-3-1-2): 22 Marchetti; 14 Pisano, 6 Lopez, 21 Canini, 31 Agostini; 4 Dessena, 18 Parola, 10 Lazzari; 7 Cossu; 32 Matri, 9 Nenè. A disposizione: 1 Vigorito, 13 Astori, 20 Barone, 8 Biondini, 19 Brkljaca, 27 Jeda, 23 Larrivey. All. Allegri

NAPOLI (3-4-3) 26 De Sanctis; 14 Campagnaro, 28 Cannavaro, 2 Grava; 11 Maggio, 23 Gargano, 5 Pazienza, 6 Aronica; 17 Hamsik, 7 Lavezzi, 27 Quagliarella. A disposizione: 1 Iezzo, 16 Zuniga, 18 Bogliacino, 21 Cigarini, 15 Dàtolo, 19 Denis, 12 Pià. All. Mazzarri

ARBITRO: Pierpaoli di Firenze (Manganelli-Barbirati. IV uomo: Tozzi)

Alessandro Lugli

giovedì 10 dicembre 2009

Champions, Inter agli ottavi con Eto'o e Supermario


MILANO - Dopo Fiorentina e Milan è l'Inter la terza squadra italiana ad approdare agli ottavi di Champions League. Senza dover fare affidamento sul risultato di Dinamo Kiev- Barcellona, la squadra nerazzurra cancella - non senza difficoltà - il Rubin Kazan grazie alla forza del suo attacco e alle meraviglie sfornate dal duo Etòo-Balotelli, con Supermario a regalarsi un gol d'autore e una notte da ricordare a lungo.

Sicuro della forza del suo team, Mourinho disegna un assetto iperoffensivo con Balotelli a comporre il tridente d'attacco al fianco di Milito ed Etòo. Alle loro spalle, la fantasia e la classe di Sneijder - al rientro dopo quasi un mese di stop - motorino instancabile e vero e proprio amuleto per i nerazzurri. Con lui in campo, gli uomini del tecnico portoghese non hanno mai conosciuto l'onta della sconfitta: una piacevole tradizione confermata anche contro il Rubin Kazan, fresco campione di Russia e digiuno di incontri ufficiali in Europa dallo scorso 24 novembre. Ben messo in campo da Berdyev, che in panchina sgrana il rosario musulmano, il Rubin non mostra alcun timore reverenziale, si difende con ordine e aspetta al varco le iniziative dei nerazzurri, volenterosi ma privi di quella sicurezza mostrata più volte in campionato e assente sui campi europei. Così, dopo un quarto d'ora di studio è il Rubin a farsi pericoloso con un tiro velenoso di Karadeniz, sventato in angolo da Julio Cesar. Costretta a rinunciare a Samuel intorno al quarto d'ora - il gaucho è toccato alla coscia destra da Lucio che gli frana addosso in un goffo tentativo di disimpegno - l'Inter non regala spunti, si muove in maniera macchinosa e si fa imbrigliare dalla ragnatela del centrocampo russo.

A spezzare l'equilibrio - mentre da Kiev rimbalza la notizia del vantaggio della Dinamo sul Barcellona - è una iniziativa di Zanetti che, entrato in area avversaria a suon di serpentine, mette al centro una palla deviata da un difensore su cui si avventa come un falco Balotelli. Supermario estrae dal cilindro un colpo di tacco che libera Etòo: sinistro fulminante e 1-0. Corroborata dal vantaggio, la squadra di Mourinho prende coraggio, sposta il baricentro in avanti e, seppur senza incantare, guadagna preziose fette di campo. Sul finire della prima frazione, Sneijder lascia partire una folgore poco fuori dall'area grande del Rubin - alta sulla traversa - mentre tocca a Maicon, mettere il sigillo sulla ritrovata verve nerazzurra: conclusione violenta dal vertice sinistro dell'area russa e parata spettacolare di Ryzhikov. L'arbitro fischia il fuorigioco di Milito e blocca l'azione, ma San Siro si esalta ugualmente: dopo gli stenti dei primi minuti, ogni movimento d'attacco è accolto come una liberazione.

Al rientro dall'intervallo - con la notizia del pareggio del Barca a Kiev, che si trasformerà poi in vittoria, dando ai blaugrana il primato nel girone - l'Inter sembra avere lasciato la grinta negli spogliatoi, dove è costretto a tornare anche Stankovic, sostituito da Cambiasso per un problema muscolare alla coscia destra. Sarà l'effetto del rosario islamico sgranato in panchina dal tecnico del Rubin, ma la squadra russa - ormai con le spalle al muro - carica a testa bassa: in dieci minuti arriva un paio di volte dalle parti di Julio Cesar e si guadagna tre angoli: quanto basta per far correre più di un brivido sugli spalti del Meazza. Brividi che sferzano pure gli undici nerazzurri in campo. Costretti sulla difensiva dagli attacchi russi, gli uomini di Mou provano a reagire: prima con una iniziativa di Cambiasso e poi con una incursione di Balotelli. E' proprio Supermario, già positivo nel primo tempo, a prendersi l'Inter sulle spalle. Guadagnatasi una punizione sulla tre quarti l'attaccante - che sfoggia un taglio alla mohicana con cresta bionda - lascia partire una conclusione potente che non dà scampo al portiere, facendo esplodere San Siro, e poi lo grazia con una conclusione a lato di poco.

A rallegrare ulteriormente i 50.000 sugli spalti, e a suggellare, la prova-qualificazione, un palo di Sneijder - metronomo di ogni azione interista - e una serpentina in area di Milito: unico del tridente a restare a bocca asciutta. Archiviata la pratica Rubin, il pensiero dell'Inter e del suo popolo è ora rivolto all'urna di Nyon per continuare un cammino fatto sino ad ora di sofferenza e poche luci, nella speranza di trovare, strada facendo, quella quadratura e quella compattezza che fecero grande ed immortale l'Inter del mago Herrera.

Prandelli gioisce, ora il Chievo

E' soddisfatto Cesare Prandelli: la Fiorentina gia' qualificata per gli ottavi di Champions espugna l'Anfield Road e manda ko 2-1 il Liverpool.I viola chiudono il girone al primo posto con due punti piu' del Lione. Prandelli ammette:'non ci credevo,pure se e' naturale che quando la squadra sta bene e ha gia' avuto il massimo scende in campo piu' serena. Abbiamo sofferto il giusto ma sempre cercato il gol. Ai ragazzi ho fatto i complimenti. Ora pensiamo al Chievo'.

mercoledì 9 dicembre 2009

Champions: Juventus eliminata


La Juventus perde in casa 1-4 col Bayern Monaco ed esce dalla Champions League, per la seconda nella fase a gironi (dopo il 2000/2001). Bianconeri avanti al 19': cross di Marchisio e Trezeguet incrocia di destro. Al 29' il portiere dei tedeschi Butt beffa Buffon su rigore. Il Bayern raddoppia al 52': Buffon respinge un colpo di testa ma Olic ribadisce in rete. La Juve si arrende: al 83' gol di Gomez e nel recupero Tymoschuk. Bianconeri in Europa League, bavaresi agli ottavi col Bordeaux.

Champions, Milan agli ottavi


ZURIGO - Se lo sentiva Adriano Galliani che non sarebbe stata una passeggiata e aveva ragione. Il Milan si qualifica agli ottavi come seconda del girone, ma a Zurigo strappa solo un faticoso pareggio contro una squadra che evidentemente proprio non gradisce. I rossoneri possono quindi ringraziare il Real Madrid che batte il Marsiglia e quindi un punto è sufficiente ai rossoneri per passare il turno. Veramente difficile capire perché mai il Milan abbia sofferto così tanto in entrambe le partite una squadra come lo Zurigo: anche in Svizzera, Ronaldinho e compagni riescono a portare via il pareggio solo con un rigore e non riescono più a segnare nonostante giochino dal 19' del secondo tempo con un uomo in più. Sbaglia proprio l'approccio la squadra di Leonardo che inizia trotterellando e non riesce mai a cambiare passo. Eppure davanti ha una squadra in crisi che non ha nulla da chiedere alla Champions e che in campionato è in caduta libera, ma è evidente che lo Zurigo abbia qualcosa che proprio i rossoneri non riescono a digerire. Sarà il clima ovattato e tranquillo dello stadio, ma certo è che i rossoneri non si svegliano neanche sentendo la musichetta della Champions.

E così i primi 45' sono un pianto con una sola occasione iniziale che è poi anche l'unica volta che Pato si fa vedere. Un buon cross di Antonini, al suo esordio in Champions, viene prolungato da Borriello e Pato calcia bene al volo ma addosso a Leoni. E' il 7' e dalle parti del portiere svizzero praticamente non succede più nulla fino all'intervallo. Succede molto di più dall'altra parte, a partire dall'infortunio muscolare di Thiago Silva che al 20' lascia il posto a Kaladze. Da quel momento la difesa del Milan inizia a ballare e al 25' sono solo i piedi storti di Alphonse a graziare Dida. L'attaccante dello Zurigo si mangia una grande occasione su assist di Gajic che, al 29', decide di fare tutto da solo e fa bene: prima si procura una punizione da circa 25 metri e poi batte Dida sul suo palo con un sinistro potente e preciso sul quale però il portiere brasiliano doveva arrivare. Ma non è solo colpa della difesa, nel complesso gioca meglio lo Zurigo e Dida rischia di fare un altro disastro bloccando a fatica un tiro di Okonkwo al 35'. Poi Nesta ci mette una pezza su un altro giro di giostra svizzera nell'area rossonera che è una bella prateria anche per giocatori dal talento non eccelso come Alphonse e Nikci. Al 5' Leoni para su Ronaldinho ma è tutto qui l'inizio di ripresa aggressivo del Milan. Anche l'altro acciaccato della vigilia, cioé Ambrosini, esce al 10' per Flamini. Ma il 4-2-fantasia quando si tratta di recuperare palloni non è proprio il modulo migliore e così gli svizzeri si permettono anche di giochicchiare tranquilli a centrocampo senza che nessuno li aggredisca davvero. Così il tempo scorre e nulla accade.

Ma non può finire così, c'é troppa differenza tra le due squadre e in questi casi è il talento dei singoli che rimette le cose a posto. Accade così che Clarence Seedorf, uno dei peggiori in campo fino a quel momento, al 19' s'inventa l'assist giusto per Borriello, che viene steso da Rochat prima di calciare. L'arbitro portoghese fischia rigore ed espulsione e Ronaldinho dal dischetto pareggia. Nel frattempo, il Real Madrid torna in vantaggio al Velodrome ed ecco che la serata assume contorni più pacifici. Cambia l'umore e cambia anche la partita con Kaladze e Ronaldinho che vanno vicini al raddopio e lo Zurigo smette in pratica di giocare anche perché in 10 non ha proprio le forze per creare più nulla. Finisce 1-1 e Leonardo può essere soddisfatto non solo per il passaggio del turno ma anche del fatto che non dovrà più giocare contro lo Zurigo.

martedì 8 dicembre 2009

Serie B: Vicenza-Piacenza 0-0

E' finito 0-0 il posticipo della 17/a giornata di serie B tra Vicenza e Piacenza, match condizionato dalla pioggia e dal campo allentato. Per un'ora predominio territoriale, ma con poche occasioni dal gol, per il Vicenza rimasto in dieci al 15' della ripresa per l'espulsione del difensore Ferri, per doppia ammonizione. Il Vicenza ha chiesto un rigore per un fallo di mano di Iorio, ma l'arbitro ha fatto proseguire.

lunedì 7 dicembre 2009

Posticipo, Roma-Lazio 1-0

La Roma batte la Lazio per uno a zero nel posticipo della quindicesima giornata di campionato. Di Cassetti, sul finire del secondo tempo, la rete con cui i giallorossi si aggiudicano il derby capitolino. La partita è stata caratterizzata da incidenti tra le tifoserie (probabilmente alleatesi tra loro) e le forze dell'ordine, sia all'interno che all'esterno dello stadio Olimpico. L'arbitro Rizzoli è stato anche costretto dal vice questore romano ad interrompere la partita per ben sette minuti, a causa del reiterato lancio di petardi e bombe carta.

domenica 6 dicembre 2009

Serie A, bene viola e Palermo

Parma da solo al quarto posto la termine delle partite pomeridiane del 15/o turno di serie A. La matricola emiliana allenata da Guidolin, oggi capace di prendersi un punto sul campo di un buon Genoa, rimarrà nell'ultima posizione utile per la Champions anche in caso di successo della Roma nel derby di questa sera con la Lazio. Vincendo la squadra di Ranieri, la cui striscia positiva è attualmente di sei risultati utili fra campionato e coppa, arriverebbe ad un solo punto dal team parmigiano, mentre in caso di stracittadina alla Lazio i biancocelesti terrebbero il passo del Bologna (vincitore di un'Udinese in crisi grazie ad un rigore di Di Vaio) e porterebbero a quattro lunghezze il vantaggio su Atalanta e Livorno, cadute anche oggi e quindi ferme a quota 12.

Ma se per la squadra di Antonio Conte (oggi espulso) la sconfitta a Firenze era anche preventivabile, per quella di Cosmi il ko interno contro un Chievo che gioca molto bene potrebbe risultare micidiale. A poco vale sottolineare che l'espulsione di Lucarelli ha penalizzato troppo presto gli amaranto: la realtà dei risultati rimane quella di una squadra che dopo l'esordio-choc del nuovo tecnico sembra tornata alla mediocrità. E ora è cresce il rischio di contestazione. In chiave di lotta per la salvezza, il Siena riesce a far fruttare al meglio, nonostante la doppietta di Martinez, il fattore campo contro il Catania, ed ora la società toscana, che mercoledì prossimo potrebbe passare nelle mani dell'imprenditore romano Massimo Mezzaroma (patron della M. Roma Volley e ottimo velista), raggiunge i siciliani a quota 9, che comunque significa sempre ultimo posto, posizione che potrebbe costare il posto ad Atzori, tecnico degli etnei (Mihajlovic sarebbe pronto). Una bella dimostrazione di carattere la dà il Palermo che ferma la marcia del Cagliari, a cui non serve la rete del solito Matri. I sardi a causa dell'infortunio del portiere Lupatelli ha concluso la partita con Canini fra i pali (Allegri aveva già fatto tre sostituzioni). Budan e Kjaer, due stranieri di ottima caratura, rimettono le cose a posto per Delio Rossi alla sua prima vittoria in campionato sulla panchina del Palermo in rimonta. Il Napoli vince in rimonta grazie ad una prodezza di Quagliarella e alla superiorità numerica (espulsi Parisi al 19' st e Ranocchia a tempo scaduto, già sul 3-2), e con 23 punti può tornare ad agganciarsi alla zona dell'Europa che conta. Il successo permetterà adesso a Mazzarri di lavorare con maggiore tranquillità, a patto che non legga alcuni quotidiani argentini che polemizzano pesantemente con il tecnico degli azzurri colpevole di non tenere nella giusta considerazione Datolo e Lavezzi.

La classifica: Inter 35; Milan 31; Juventus 30; Parma 25; Fiorentina, Genoa e Sampdoria 24; Napoli 23; Cagliari 22; Roma, Bari e Chievo 21 Palermo 20; Udinese 18; Bologna 16; Lazio 13; Livorno e Atalanta 12; Catania e Siena 9. Roma e Lazio una partita in meno.

napoli-bari 3-2

NAPOLI-BARI 3-2
Un Super-Quagliarella annienta il Bari

Una prestazione monstre di Fabio Quagliarella ha annichilito la strenua difesa barese, ed ha fatto si che gli azzurri vincessero col risultato di 3-2. Il Bari si è mostrata squadra indomita ben organizzata in ogni reparto, abile nel ripartire in contropiede. Il Napoli, ha avuto la capacità di reagire alle scorribande pugliesi, grazie a due uomini in particolare ossia Quagliarella e Maggio. Anche Lavezzi entrato nel corso della ripresa ha disputato una discreta partita condita dall'assist-gol al suo compagno Quagliarella. Il bomber di Castellamare di Stabia ha realizzato una sontuosa doppietta e ha fatto l'assist per la realizzazione della rete di Maggio.
Il Napoli grazie a questa vittoria si porta a quota 23 punti in classifica, in zona-Europa-League.

Di Barreto e Ranocchia le segnature dei pugliesi.

Il tecnico del Napoli, Walter Mazzarri, ha rilasciato alcune dichiarazioni al termine della gara. Ecco quanto evidenziato : "Siamo destinati a soffrire. Il Bari ha fatto due gol su due occasioni create. Noi abbiamo creato davvero tanto, come facciamo sempre in casa, però nel primo tempo non siamo riusciti a sbloccarla e ovviamente queste gare poi si complicano. Con i cambi ho fatto di tutto per vincere la partita, per dare i segnali alla squadra di provarci. Non bisogna arrendersi mai, bisgna prendersi dei rischi in questi casi. Quagliarella? Nel calcio ci sono sempre i tormentoni. Ho sempre detto che era solo un problema di ritrovare la condizione. Le risposte le ha date il campo. Qualcuno ha cercato di fare un caso su questo giocatore.Secondo giallo a Parisi? Non commento le decisioni arbitrali, come ho fatto la settimana scorsa. Vostri colleghi però mi hanno detto che la prova dell'arbitro è stata perfetta. Napoli con ritmo da Champions? Sì, a Parma lo avete visto tutti che ne meritavamo due punti in più e potevamo stare ancora meglio in classifica. Questo però è un gruppo giovane, dobbiamo continuare così lavorando a testa bassa. La classifica però non dobbiamo guardarla, i verdetti parziali non contano. Pensiamo già al Cagliari.".
Christian Maggio, centrocampista del Napoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni al termine della partita. Ecco quanto evidenziato: "Siamo contenti per questa vittoria, non abbiamo mai mollato. Sapevamo di trovare un Bari attento e diligente. Adesso pensiamo al Cagliari. Vogliamo fare una grande prestazione. La classifica? Noi pensiamo partita per partita, poi alla fine del campionato tireremo le somme. Continuando così possiamo raggiungere grandi obiettivi. Il tridente? Funziona. Sono contento soprattutto per Quagliarella che ha trovato due goal importantissimi. L'inchino dopo il mio goal? Fa piacere ai tifosi, è tutto dedicato a loro"

Fabio Quagliarella, attaccante del Napoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni al termine della partita. Ecco quanto evidenziato: "Voglio ringraziare la società e i tifosi che mi hanno aiutato in un momento difficile. Sono state dette tante cattiverie su di me, ma io continuo per la mia strada. Il primo goal? Non ho esultato perché era troppo forte la rabbia per l'occasione del primo tempo, il mio tiro salvato sulla linea da Ranocchia. Ma poi l'esultanza l'ho conservata per il secondo gol, è stata una liberazione. Bene Denis e Lavezzi. Ho detto al Pocho che se mi dà la palla in profondità io ci vado, mica posso sempre sbagliare. Giocando con Denis, che sta facendo delle grandi partite, siamo due in area e per i difensori diventa più difficile. Oggi la palla sembrava non volere entrare, poi è andata alla grande. Sono contento. La Nazionale? Lippi sa che io ci metto sempre il massimo, poi sta a lui decidere. Sabato ci aspetta un'altra battaglia a Cagliari"

Assai criticata la direzione arbitrale del signor Romeo a Napoli, considerata dai principali media nazionali troppo severa.Non è corretto infatti,condannare l'arbitro Romeo per la doppia ammonizione a Parisi, primo a finire sul taccuino dei cattivi al 6' per uno sgambetto su Maggio che aveva ormai superato anche il terzo uomo della formazione pugliese. Ineccepibile il secondo giallo al 64' quando Maggio va ancora via lanciato da Lavezzi, ma viene letteralmente stoppato dal braccio dello stesso difensore che si alza all'altezza della gola. Il regolamento esiste per essere applicato e il direttore di gara non solo non ha esagerato, ma avrebbe peccato di poca personalità se non avesse estratto il secondo cartellino. Già nel primo tempo Meggiorini viene graziato (solo giallo) per un intervento in tackle diretto sulle gambe di Hamsik, che aveva già portato lontano il pallone dal raggio di azione del barese. Al 91' minuto non viene riservato lo stesso trattamento a Ranocchia che stende con un tackle a gamba alta Lavezzi che va via sulla linea laterale, solo, verso la porta protetta da Gillet. Giusto anche questo rosso. Insomma, negli episodi clou della partita, Romeo non stecca, utilizzando buon senso al 31' nel punire Meggiorini solo con il giallo, ma applicando alla lettera il regolamento quando la partita si fa più intensa e rischia di scappargli di mano. Bene anche gli assistenti. Regolare il gol di Barreto, tenuto in gioco da Maggio, non in linea con i compagni di reparto.

Alessandro Lugli

Il Milan sbriciola la Sampdoria

MILANO - Magari avrà ragione Adriano Galliani nel ritenere che sia troppo presto perché Milan-Sampdoria sia una partita decisiva nel romanzo dello scudetto, così come del resto non può ancora esserlo Juventus-Inter. Ma non c'é dubbio che questo Milan ha massacrato la Sampdoria in meno di mezz'ora mostrando meraviglie al pubblico di San Siro entusiasta e al presidente Silvio Berlusconi arrivato a godersi lo spettacolo.

Senza storia la partita: al più bel Milan visto quest'anno si è contrapposta una Sampdoria ancora annichilita dal 3-0 rimediato nel derby, una squadra troppo brutta per essere quella vera. Il Milan doveva vincere e ha stravinto, può guardare alla classifica e prepararsi con fiducia alla trasferta di Zurigo mercoledì dove basterà non perdere per continuare a marciare in Champions. La doppietta che aveva fruttato domenica scorsa la vittoria sul Catania non è bastata a Huntelaar per strappare il posto di titolare a Marco Borriello. Leonardo riparte dall'ex genoano come vortice del suo attacco fantasia. Il centravanti si fa trovare puntuale e firma il primo gol della partita.

In difesa Antonini è preferito ad Abate e anche lui gioca una gran partita dando il 'la' alle azioni dei primi due gol. Nella Sampdoria il rientrante Semioli va inizialmente in panchina e Cassano e Pazzini sono i terminali offensivi dello scombinato 4-4-2 di Del Neri. Ma non fanno in tempo i blucerchiati a organizzarsi in campo che sono subito sotto. Una ripartenza perentoria di Antonini innesca Ronaldinho che comincia una mezz'ora di meraviglie facendo partire il solito cross col contagiri che Borriello sfrutta a dovere per il gol del vantaggio. Bello, ma troppo facile e sarà tutta così la partita del Milan che ha troppo spazio, che trova con facilità Pato e Ronaldinho, con Pirlo che ha tempo e spazio per inventare gioco e Seedorf sempre libero tra le linee, per l'appoggio ai compagni, ma anche per gli inserimenti pericolosi in area avversaria. Il Milan dilaga trovando poca resistenza se non nel povero Castellazzi che salva alla disperata in un paio di circostanze impedendo che il punteggio alla fine diventi tennistico.

Nella Samp per un po' ci prova Cassano a organizzare qualcosa, ma il fantasista barese deve girare molto al largo dall'area e viene sempre implacabilmente raddoppiato. Morale: sparisce anche lui, cosicché per Dida non arriverà mai un pericolo in tutta la partita. In mezz'ora il Milan ha messo il risultato in cassaforte e per un'ora si è dedicato a una specie di proficuo allenamento. Al 21' il 2-0 l'ha segnato Seedorf liberato in area da Ronaldinho, mentre al 23' Pato fa tutto da solo infilando una difesa avversaria ormai in coma. L'unico brivido negativo in una serata al bacio per i tifosi rossoneri arriva da Ronaldinho che al 33' lascia il posto ad Abate dopo aver sentito tirare un muscolo della coscia destra. E' solo una precauzione però, a Zurigo, il fantasista brasiliano ci sarà.

E d'altra parte Abate si è presentato subito bene offrendo a Pato un pallone delizioso per il poker: il baby brasiliano però sembra sazio e il suo piattone sciatto consente a Castellazzi di salvarsi coi piedi. Nella ripresa Leonardo concede una mezz'ora scarsa anche a Huntelaar e un quarto d'ora abbondante a Flamini. L'olandese é pieno di voglia di fare e vorrebbe spaccare il mondo. Ma ormai si va al piccolo trotto. Sarà per un'altra volta.

Inter presuntuosa, la Juve riapre la corsa

TORINO - Nessuno ci credeva. Tranne la Juve. La partita verità è finita con due conferme di quanto già si sapeva: l'Inter è più forte della Juventus, ma guai a dare per spacciata la squadra di Ferrara. Probabilmente lo scudetto rimane ancora una chimera per i bianconeri, ma la vittoria di oggi li riporta nelle pagine nobili del nostro calcio, così come ci finisce di diritto il pubblico, che, nella serata più delicata, ha dato la lezione di sportività chiesta a gran voce da dirigenti e opinione pubblica. Niente razzismo, infatti, ma "solo" insulti (si fa per dire) sportivi contro Balotelli, che ha fatto di tutto per dare ragione a chi lo etichetta come un provocatore e non solo oggetto del razzismo becero.

Si è temuto il peggio nella rissa finale in campo, seguita appunto alla ennesima provocazione del ragazzo interista, cui Melo ha risposto nel modo peggiore, con una mezza gomitata. L'arbitro Saccani (ha vinto anche lui) è stato perfetto nel tenere sotto controllo la situazione e prendere i provvedimenti giusti. La morale della partita è semplice: la Juve delle molte pezze, dei Del Piero e Amauri sotto tono, della difesa che perde la bussola al primo affondo avversario, della incerta identità tattica, ha avuto ragione di una squadra superiore in tutto, ma nervosa e presuntuosa. La sfida infatti l'ha persa anche Mourinho, che dopo tanti inviti alla calma, ha perso le staffe dopo venti minuti contestando la sacrosanta (e molto lontana dall'area) punizione su Del Piero. L'arbitro lo ha cacciato per un applauso ironico. L'ingresso di Balotelli, visibilmente fuori condizione psicologica, ha fatto il resto: beccato dal pubblico, autore di continue sceneggiate, Balotelli è stato più dannoso che utile e l'Inter non ce l'ha fatta, nella mezzora che le restava, a riacciuffare il risultato. Era passata in vantaggio, la Juve, nel primo tempo con una azione confusa in area, dove il piede di Lucio aveva combinato la frittata. Ma erano bastati cinque minuti ai milanesi per agguantare l'avversario, con Etòo tutto solo a sfrottare di testa il solito, immancabile buco difensivo bianconero.Nella ripresa, tutti pensavano a un pareggio: la Juve non sembrava in grado di creare altri pericoli e all'Inter poteva stare benissimo. Invece Mourinho (dalla tribuna) ordinava di vincere e metteva il tridente. Proprio da un'azione pericolosa interista (Milito non aveva agganciato per un soffio un traversone di Etòo) nasceva il contropiede orchestrato da Sissoko e concluso da una magia di Marchisio, che non è nuovo a numeri brasiliani, nonostante il suo ruolo sia quello del cursore. La Juve cominciava a crederci, l'Inter si 'incartava' sulla pervicacia con cui Balotelli cercava improbabili duelli personali, seguiti da sceggiate. E tutta la squadra perdeva lucidità. Nel frattempo il match si era fatto durissimo: colpi e cartellini da ogni parte, con Saccani che graziava Samuel per una trattenuta su Del Piero (l'interista era già ammonito).

Le squadre reclamavano anche un rigore a testa,Cannavaro su Samuel e Samuel su Chiellini nel primo tempo. Ma il finale di partita era di quelli che la Juve predilige: lotta e cuore da provinciale, nervi saldi e lucidità. E così è riuscita a condurre in porto una vittoria che può significare tantissimo in termini di morale, consapevolezza e, chissà, anche punti, sebbene questa sera l'Inter abbia ribadito la propria superiorità, se non si fa prendere dai nervi. Caceres, Sissoko e Marchisio i migliori tra i bianconeri, Cambiasso, Zanetti, Etòo tra i nerazzurri. Cartellino rosso anche della critica per Mourinho: dopo tanti proclami, il fair play del portoghese si è perso alla prima decisione arbitrale contraria, oltretutto apparsa condivisibile.

Serie B: Ancona ko a Grosseto

Nella 17/a di Serie B l'Ancona cade a Grosseto, il Brescia si fa bloccare in casa dall'Empoli, il Torino vince in casa del Gallipoli. Risultati: Albinoleffe-Lecce 1-3 (giocata ieri); Ascoli-Reggina 1-3; Brescia-Empoli 2-2; Cesena-Frosinone 4-0; Cittadella-Modena 1-1; Gallipoli-Torino 0-1; Grosseto-Ancona 2-0; Mantova-Salernitana 1-1; Sassuolo-Padova 2-0; Triestina-Crotone 0-0. Vicenza-Piacenza lunedi' alle 20:45.

sabato 5 dicembre 2009

Serie B: Albinoleffe-Lecce 1-3

Il Lecce vince 3-1 in casa dell'Albinoleffe e si porta da solo in testa alla classifica del campionato di calcio di Serie B. Gol di Corvia al 31', poi al 43' arriva il raddoppio di Giuliatto, contestato dai bergamaschi: la palla non sembra avere superato la linea di porta. Al 54' Perico di testa accorcia le distanze, Mondonico si lascia scappare una parola di troppo e l'arbitro lo espelle. L'Albinoleffe spera, ma al 24' ancora Corvia chiude il match, firmando il 3-1 finale.

Calciopoli: ex guardalinee cita l'Inter

NAPOLI- Tutte le società calcistiche e in particolare quelle "che avevano un peso maggiore", raccomandavano e facevano segnalazioni: è quanto ha sostenuto un ex guardalinee, Rosario Coppola, salernitano, chiamato oggi a deporre in qualità di testimone al processo di Calciopoli. Il teste ha citato l'esempio di un Inter-Venezia, a proposito della quale ricevette sollecitazioni per ammorbidire il referto sull'espulsione dell'interista Cordoba.

L'ex guardalinee ha detto che quando esplose lo scandalo, raccogliendo un appello alla collaborazione dell'ex procuratore Borrelli, si presentò spontaneamente dai carabinieri per rendere dichiarazioni sul sistema delle designazioni nonché delle segnalazioni che provenivano dalle società di calcio. Ha citato come esempio la squalifica inflitta dopo un Inter-Venezia al difensore nerazzurro Cordoba: per tale vicenda avrebbe ricevuto sollecitazioni da parte di Gennaro Mazzei (collaboratore dei designatori Bergamo e Pairetto), che avrebbe ricevuto a sua volta sollecitazioni, per ammorbidire il referto nei confronti del calciatore dell'Inter. Rosario Coppola ha sostenuto che tale vicenda non fu tuttavia verbalizzata dai carabinieri in quanto agli investigatori perché ciò "non interessava" in quanto, secondo gli investigatori, ciò non emergeva dalle intercettazioni telefoniche in possesso degli inquirenti. Coppola si è soffermato, inoltre, sul ruolo dell'ex dirigente milanista Leonardo Meani presso il quale molti guardalinee, a suo dire, si facevano raccomandare. Gli assistenti, a loro volta, cercavano di farsi raccomandare dai dirigenti delle società "per avere visibilità ed essere in un certo giro".

venerdì 4 dicembre 2009

Europa League: Lazio già eliminata, pari deludente del Genoa

Continua il momento negativo della Lazio. Nel penultimo turno del girone G di Europa League la compagine di Ballardini ha perso con il Salisburgo per 2-1. Sono gli austriaci a passare in vantaggio con Afolabi, Foggia firma il momentaneo pareggio prima del gol di Tchoyi. La sconfitta in Austria lascia la squadra biancoceleste a quota 6 in classifica e la corsa al secondo posto utile per passare il turno è ormai compromessa. Il Salisburgo è al comando del raggruppamento con 15 punti ed è già qualificato per i sedicesimi di finale.

Il Genoa ha pareggiato 0-0 in casa dello Slavia Praga, nel penultimo turno della fase a gironi di Europa League. Pareggio che complica la qualificazione della squadra di Gasperini considerando che nell'altro incontro del girone B il Valencia ha battuto 3-0 il Lille. La classifica vede ora gli spagnoli al comando con 9 punti, seguiti dai francesi fermi a 7 e dal Genoa. I cechi invece con tre punti sono già eliminati. Al grifone servirà una vittoria nella prossima sfida con il Valencia.

Europa League, Roma passa turno

ROMA - La Roma batte il Basilea, archivia con un turno d'anticipo la pratica Europa League (quella di metà mese a Sofia, sponda Cska, diventa una gita nel gelo) e può cominciare a concentrarsi sul derby, sfida che nella Capitale ha sempre un valore molto particolare. Proprio in vista di domenica sera Ranieri ha ritenuto opportuno non fare il turn-over e ha presentato la sua formazione migliore, a parte la presenza del redivivo Cicinho (ancora a corto di fiato) e con tanto di tridente, che finché sono stati in campo Menez e Vucinic ha funzionato.

Evidenziata l'ennesima buona prestazione di Pizarro, va comunque sottolineato che fra i migliori in campo della squadra romanista c'é stato di nuovo il portiere Julio Sergio, decisivo come lo era stato contro il Bari: infatti ha compiuto due parate che hanno salvato la vittoria della Roma, volando al 9' st a deviare un tiro di Frei (attaccante che nel finale ha anche colpito lo spigolo della traversa) e respingendo al 26' con le gambe una conclusione da distanza ravvicinata di Streller. Non fosse stato per il brasiliano, tenuto perennemente in naftalina da Spalletti e scoperto da Ranieri, l'avventura in Europa della Roma avrebbe potuto assumere una fisionomia diversa. Detto che la Roma di un Totti meno spettacolare del solito ma molto presente nel gioco ha meritato il successo di misura, bisogna però sottolineare anche la sfortuna del Basilea, che nel secondo tempo ha attaccato a lungo e avrebbe meritato maggior fortuna. Forse è anche stato agevolato dai cambi di Ranieri, perché la mossa di far subentrare i tre brasiliani Taddei, J. Baptista e Juan non è sembrata particolarmente indovinata. Comunque gli svizzeri avranno la possibilità di giocarsi la qualificazione nel confronto diretto con il Fulham.

Dopo una prima fase di studio, il Basilea passava al 18', complice un'indecisione di Mexes che permetteva a Huggel di elevarsi sul bel cross di Stoker e di battere Julio Sergio. La replica della Roma era in un tiro di Vucinic e poi in un'occasione fallita da Perrotta, che si faceva precedere da Wessels in uscita. Dopo un'altra iniziativa di Vucinic, al 32' arrivava il rigore della Roma: troppo evidente era la trattenuta in area Gelabert a Totti, in cui il n. 6 del Basilea strappava la maglia al capitano romanista, che trasformava il successivo penalty. Il tempo si chiudeva con un'ammonizione a Menez, resosi dieci minuti prima protagonista di una magia sulla fascia vanificata dall'intercetto della difesa avversaria. La ripresa si apriva con il Basilea all'assalto, subito pericoloso al 3' con Stokker che 'ciccava' l'intervento a porta vuota dopo la 'spizzata' di Huggel. C'era poi la prima parata decisiva di Julio Sergio, su Frei, poi arrivava, in quel momento inaspettato, il secondo gol della Roma: azione avviata da Totti, palla a Menez e poi all'uomo mascherato De Rossi che inventava uno splendido assist per Vucinic: il montenegrino realizzava con un sinistro in corsa. A ciò la Roma aggiungeva solo un colpo di testa di Perrotta fino alto, per il resto c'era spazio solo per le azioni, e le recriminazioni, del Basilea, sfortunato nel finale. Ma la Roma era già con la testa al derby: con la Lazio é la partita che non si può perdere, e che in questa stagione potrebbe assestare un colpo fatale alla già traballante classifica dei biancocelesti.

mercoledì 2 dicembre 2009

Samp paga effetto derby, e' fuori da Coppa Italia

GENOVA - Una Sampdoria poco tonica e ancora intontita dalla sconfitta nel derby di sabato perde l'occasione di riscattarsi e cade in casa contro il Livorno, uscendo al primo incontro dalla Coppa Italia. I blucerchiati segnano dopo un minuto del secondo tempo con Mannini e sembrano trasformati, ma è solo una illusione.

Il Livorno si riorganizza e va in attacco, trovando prima un'autorete di Lucchini, che riporta la gara in partità, poi il gol della vittoria con Danilevicius, bravo a sfruttare di testa un assist di Celerino e un black out della difesa blucerchiata. Non c'é Cassano, d'accordo, né Pazzini, ma lo spettacolo è stato deludente. Per fortuna dei blucerchiati di fronte non c'era il Genoa di Gasperini, ma il più umile Livorno, anzi le seconde linee di Cosmi. I giovani toscani hanno più voglia però, tengono palla, controllano il gioco e cercano di impensierire Fiorillo, che in porta fa rifiatare Castellazzi. Per fortuna di Del Neri, il Livorno, che pure in campionato ha messo sotto il Genoa, non ha però i valori della Samp.

La ripresa inizia molto meglio per gli undici di Del Neri. Cosmi mette il neonazionale Candreva e il gioco si illumina un po'. Il centrocampista riceve però un brutto colpo in un contrasto con Palombo e chiede il cambio dopo 12 minuti toccandosi il ginocchio sinistro. La squadra di Cosmi ci crede di più e sul finire trova il gol della qualificazione con Danilevicius. Solo al 44' Del Neri mette Pazzini (oltre che Padalino), ma è troppo tardi, anche perché Benussi con una prodezza salva la porta su colpo di testa di Bellucci.

TRIESTINA-SASSUOLO 1-0

La Triestina ha battuto il Sassuolo 1-0 (0-0), nel quarto turno eliminatorio di Coppa Italia. La rete è stata segnata da Stankovic, al 9' secondo tempo. Nel prossimo turno la Triestina incontrerà la Roma all'olimpico.