domenica 25 settembre 2011

Aperitivo frizzante, il Chievo piega il Genoa in extremis


Ecco di nuovo il Chievo che non ti aspetti: cinico come una grande. Dopo il Napoli la seconda vittima è il Genoa, in vantaggio con Palacio (capocannoniere ad interim) ma sgretolatosi nella ripresa dopo l’espulsione di Dainelli. Di Pellissier al 28’ e di Moscardelli all’ultimo assalto i gol che ribaltano il match e firmano il 2-1 finale.



Dopo 45' Chievo-Genoa sembrava una tranquilla partita avviata verso lo 0-0, aperitivo analcolico di una quinta giornata contagia dal tour de force del turno infrasettimanale. Poi è arrivato Jorquera, assieme a Palacio, ed è tornato Pellissier, nel bene e nel male. E di colpo sono spuntate le bollicine.



Il caldo inatteso, la trasferta insidiosa, i tre impegni in una settimana, le parole prudenti di Malesani alla vigilia: al Genoa capolista il pari potrebbe andare bene, e si vede. Nemmeno al Chievo, con Pellissier recuperato in extremis dai suoi acciacchi, muovere appena la classifica dopo il colpo gobbo col Napoli non dispiacerebbe. E così, dopo 45’, una paratissima di Frey su Rigoni è l’unica nota che sporca il taccuino e sveglia i clivensi dal torpore.



Il Genoa invece gioca come un gatto sornione: di sua sponte non graffia, ma se gli si offre il fianco ha gli artigli per fare male. I padroni di casa lo scoprono dopo soli 3’ della ripresa. Su una palla persa a centrocampo dai gialloblu, Jorquera pesca in verticale Palacio in verticale, che dopo un paio di sportellate con Morero fredda Sorrentino con un perfetto diagonale. Per l’argentino è il quarto gol in cinque giornate.



Al 14’ il Chievo potrebbe già pareggiare conti: spinta in area di Dainelli su Pellissier, Russo, codice alla mano, decreta rigore più espulsione. Ma Frey salva temporaneamente i rossoblu smanacciando il penalty di Pellissier, che però si riscatta al 28’ con l’impeccabile girata di testa che vale l’1-1. Con l’uomo in più i clivensi spadroneggiano in lungo e in largo per un altro quarto d’ora. Il Genoa sbanda un po’, ma resiste. Finché al 48’ un tuffo di Moscardelli fa esplodere il Bentegodi.

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