giovedì 9 dicembre 2010

CALCIO: FATTO L'ACCORDO, SCIOPERO REVOCATO


La sedicesima giornata di Serie A si giocherà regolarmente nel prossimo weekend. Ok al nuovo accordo collettivo, per la revoca ufficiale dello sciopero si dovrà aspettare domani mattina e la definizione degli ultimi dettagli. "C'è l'accordo di massima, domani saremo a Roma per scriverlo. Contemporaneamente approfittiamo del giorno festivo per verificare con i calciatori se questo accordo va bene", dice il vicepresidente dell'Aic Leonardo Grosso. Dopo aver annunciato ieri che l'Assocalciatori era pronta a ritirare la protesta e il blocco del campionato, Sergio Campana ha telefonato stamattina al presidente della Federcalcio per confermargli che dalle squadre della serie A è arrivato l'assenso. Il sindacato si è consultato stamattina con capitani e rappresentanti sindacali delle squadre, informandoli della nuova bozza che riscrive i sei punti e rinvia per il settimo - i fuori rosa - a un successivo approfondimento da parte della Federcalcio. A queste condizioni, i calciatori hanno detto sì alla revoca: domani è previsto un nuovo incontro in Federcalcio, dopo la definizione di altri dettagli sui sei punti arriverà l'annuncio ufficiale che sabato e domenica si gioca. Così Leonardo Grosso, vicepresidente dell'Aic a Radio Sportiva, sul raggiungimento di un accordo sul contratto collettivo e la conseguente sospensione dello sciopero. "L'articolo 'incriminato' dovrà essere riscritto così come adesso, c'è solo un principio: che il giocatore ha diritto di allenarsi con la squadra. Mi sembra scontato, ma spesso non lo è. La direzione è quella giusta ci stiamo lavorando, insomma ci siamo quasi. Vogliamo evitare che in una squadra che riesce a far allenare 29 giocatori, il 30esimo non può magari perchè ha rifiutato un trasferimento -aggiunge Grosso-. Poi è chiaro che mondo si è evoluto, va benissimo l'allenamento diviso per reparti, in America si fa da anni. Noi chiediamo solo che non se ne prenda uno e lo si metta a palleggiare nel giardino del presidente, come si suol dire, perché non vuol rinnovare o rifiuta un trasferimento".

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