martedì 22 marzo 2011

NAPOLI: IN CINQUE ANNI DALLA C1 ALLA LOTTA-SCUDETTO


NAPOLI: IN CINQUE ANNI DALLA C1 ALLA LOTTA-SCUDETTO
Il 9 aprile 2006, appena cinque anni fa, era ancora Foggia-Napoli in C1. Dopo cinque anni gli azzurri, con la vittoria di ieri sul Cagliari, gli azzurri sono tornati in quella lotta per lo scudetto dalla quale sembravano ormai fuori dopo la sconfitta con Milan. Dai ‘’campacci’’ della C1 all’Olimpo del calcio, passando per un ritorno in Europa piu’ che onorevole, il miracolo di una squadra e di una citta’, con un allenatore che appena 20 giorni fa diceva di non sapere se la squadra stesse lottando per la Champions o ‘’per quell’altra cosa’’ che non coleva nemmeno nominare, livornese trapiantato evidentemente benissimo nei riti e nella scaramanzia di una citta’. Sei anni fa sembrava non si riuscisse ad uscire da un baratro di calci minore. Era il 19 giugno 2005 quando gli sfotto’ dei ‘’cugini poveri’’ gli avellinesi, scrivevano su uno strisicione ‘’Tanto vi ripesca la Lega’’, con tanto di ciuccio ripescato da una lenza. E intanto al Partenio si consumava l’ennesimo dramma sportivo, con i verdi di Francesco Oddo (il papa’ di Massimo, campione del mondo con Lippi in Germania) che si prendevano la promozione in B nello spareggio dei play-off e condannavano il Napoli a un’altra annata di purgatorio. Salto rimandato di un anno, e stavolta doppio, perche’ da quel giorno di giugno 2005, ne giro di 24 mesi, ecco la A riconquistata il 10 giugno 2007 a Marassi, in un abbraccio totale e simbolico con gli avversari di quel giorno, quel Genoa che allo stesso modo aveva vissuto la C. E su tutti la figura di Edi Reja, il tecnico saggio, il solo con Walter Novellino che sia riuscito a riprotare gli azzurri nella massima serie. Lavoro e poca ribalta, all’apparenza il personaggio meno adatto per un ambiente cosi’, salvo ricredersi vedendo i risultati. In quell’estate del 2007 arrivo’ sul Golfo un certo Lavezzi, e De Laurentiis cominciava a costruire il miracolo di adesso. Un primo campionato piu che buono, con l’8/o posto finale e l’Europa riconquistata dopo 14 anni. Se nella vita, come ha detto qualcuno, e’ grande non chi non cade mai ma chi e’ capace di rialzarsi, il Napoli lo e’stato. Dal trio Ma-Gi-Ca, Maradona, Giordano e Careca, la Coppa Uefa e gli scudetti alla ‘’scampagnata’’ a Castellammare di Stabia: quando a settembre del 2008 torno’ al San Paolo una ex grande d’Europa, il Benfica, in Coppa Uefa, tutti i 60.000 posti erano occupati. Al termine di quella stagione del ritorno in A saluto’ ‘’el Pampa’’, Roberto Sosa, l’argentino che la A l’aveva gia’ vista col Napoli ma che non disdegno’ la discesa, e disse basta col calcio dopo averla rivista. Uno che aveva visto la C, quindi uno degli idoli ‘’a prescindere’’ del San Paolo, come Grava che e’ ancora li’. La stagione successiva porto’ la delusione, un 12/o posto deludente e l’immagine di una bambino che percorre la curva, disertata dai tifosi all’ultima giornata contro il Chievo, con la maglia di Lavezzi che gli sta tre volte. La riconciliazione col pubblico nella stagione successiva, un sesto posto che rimette il Napoli in Europa (l’eliminazione piu’ che dignitosa con il Villarreal e’ cronaca recente), e mette le basi per l’incredibile stagione di quest’anno, con un cannoniere da 12 gol a stagione come Cavani che, a otto giornate dalla fine ne ha fatti gia’ 22 eguagliando Vojak, cannoniere azzurro della stagione 1932-33. E allora tutta la citta’ sogna, e, come ha spiegato De Laurentiis, pur avendo davanti due squadre piu’ forti e piu’ abituate a vincere, ha il vantaggio di non avere nulla da perdere, carburante spesso decisivo nel calcio e nella vita.
Alessandro Lugli

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