domenica 20 giugno 2010

Mondiali 2010 - L'Italia s'inguaia: 1-1 con la Nuova Zelanda


Chi auspicava novità di formazione rimarrà deluso, perché Marcello Lippi contro la Nuova Zelanda si affida allo stesso undici che lunedì sera non è andato oltre l’1-1 contro il Paraguay. Marchetti rileva l’infortunato Buffon, Zambrotta-Cannavaro-Chiellini-Criscito a comporre il quartetto difensivo, il centrocampo è affidato a Pepe-De Rossi-Montolivo-Marchisio, in attacco spazio al tandem Iaquinta-Gilardino. Nessun cambio di rotta nemmeno per la Nuova Zelanda, che schiera il medesimo 3-4-3 che ha pareggiato contro la Slovacchia di Marek Hamsik: Paston tra i pali, difesa a quattro presidiata da Reid-Nelsen-Vicelich-Smith, Bertos-Elliot-Lochhead a centrocampo, Killen-Smeltz-Fallon a comporre il tridente.

SMELTZ FREDDA GLI AZZURRI, IAQUINTA DI RIGORE - Avvio shock. Peggio di così non si poteva cominciare. Primo tiro in porta, primo gol, e a tinte bianche, firmato Smeltz. Al sesto minuto il centravanti neozelandese raccoglie la punizione battuta dalla sinistra e, approfittando di un rimpallo sotto porta di capitan Cannavaro, non deve fare altro che infilare di destro Marchetti. È la seconda rete incassata dall’Italia, e anche questa volta sugli sviluppi di un calcio piazzato. “Palla bassa”, aveva chiesto Lippi, ma nessuno sembra dargli retta: tante palle lunghe e troppi errori nei passaggi fondamentali. Una brutta Italia, scesa in campo con il lutto al braccio per ricordare Roberto Rosato, scomparso nella notte, con lo scorrere dei minuti dà cenni di risveglio. Messo in saccoccia il gol dell’1-0 la squadra di Ricki Herbert si chiude in difesa, ne consegue un vero e proprio assedio azzurro. Prima il diagonale di Chiellini si spegne a lato, poi è Zambrotta a impensierire Paston con un gran destro da fuori. Al 26’ è il palo interno a dire ‘no’ a Montolivo. Ma due minuti più tardi la trattenuta di Smith su De Rossi vale il rigore azzurro. Dal dischetto va Vincenzo Iaquinta, che non sbaglia. Pari agguantato. Nuovo forcing dell’Italia sul finire di tempo, ma gli All Whites sono tutti nella loro area. Si va a riposo sull’1-1 con una certezza: urgono cambi, servono forze fresche.

ITALIA ALL’ATTACCO, MA LA PALLA NON ENTRA - Presto detto. Due cambi in avvio di ripresa. Di Natale e Camoranesi rilevano Gilardino e Pepe. Scelta opinabile quest’ultima, considerando che il neo-centrocampista della Juventus era tra i migliori in campo. Il primo acuto del secondo tempo è siglato Totò Di Natale, che al 48’ mette in difficoltà Paston con un destro potente ma defilato. Più propositiva la Nuova Zelanda in avvio di ripresa, sebbene non vi siano occasioni degne di nota per Smeltz e compagni, al di là di una sventola di Vicelich al 62’ che sfiora il sette. Marcello Lippi si gioca l’asso Pazzini al posto di Marchisio per ravvivare il reparto offensivo, ma, pur presentandosi dalle parti di Paston con frequenza, gli azzurri non fanno male. Al 70’ ci prova Montolivo, con una botta centrale sulla quale il portiere neozelandese smanaccia. Tre giri d’orologio più tardi è Nelsen a salvare la baracca sul tiro-cross insidioso di Di Natale. Troppa imprecisione nei calci piazzati, poco reattivi i nostri centravanti. Come nel primo tempo, l’Italia chiude la Nuova Zelanda nella propria area, ma il pallone sembra proprio non voler varcare la linea di porta. E gli All Whites per poco non ci puniscono con il sinistro a fil di palo di Wood a otto minuti dal triplice fischio finale. Camoranesi illude all’88’dai quaranta metri, ma non c’è niente da fare. Dopo quattro minuti di recupero, il direttore di gara chiude i giochi sull’1-1.

1 punto contro i campioni del Mondo è un bottino più che dignitoso per gli uomini di Ricki Herbert, che si sono difesi con ordine. Per gli azzurri ancora una delusione e qualificazione a rischio. Contro la Slovacchia non sono ammessi altri passi falsi: l'imperativo è vincere!

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