venerdì 10 giugno 2011

CALCIO SCOMMESSE: PROCURA FIGC ARCHIVIA 9 GARE, 3 DEL NAPOLI, LA REGIA DEI CLUB DIETRO I MATCH TRUCCATI, NASCE UNITA' INVESTIGATIVA, PAOLONI IN TRIBUN


La Procura federale della Figc ha archiviato i procedimenti relativi a 9 gare della stagione sportiva 2009-2010, e tre di esse riguardavano la serie A, tutte e tre il Napoli. Archiviazione perchè "allo stato, dalle indagini penali trasmesse e da quelle disciplinari effettuate, non sono emerse condotte di rilievo disciplinare". Il Procuratore Federale, valutati gli atti di indagine espletati, ha archiviato - rende noto la Figc - il procedimento relativo all'effettuazione di scommesse anomale o all'alterazione dei risultati delle seguenti gare della stagione sportiva 2009/10: Andria-Real Marcianise (Campionato di Prima Divisione girone B); Empoli-Salernitana (Campionato di Serie B); Rodengo Saiano-Legnano (Campionato Seconda Divisione girone A); Alghero-Pro Belvedere Vercelli (Campionato Seconda Divisione girone A); Napoli-Cagliari (Campionato di Serie A); Chievo Verona-Napoli (Campionato di Serie A); Ancona-Grosseto (Campionato di Serie B); Brescia-Ancona (Campionato di Serie B); Napoli-Parma (Campionato di Serie A).-



La squadra mobile di Cremona, il Servizio centrale operativo e il Gat della Guardia di Finanza (il nucleo speciale per le frodi telematiche) hanno cominciato quel lavoro d'indagine che dirà se questa storia di scommettitori di provincia finirà o meno per travolgere anche la serie A e il destino di alcuni dei suoi calciatori. Se le chiacchiere al telefono e le dichiarazioni del dentista Marco Pirani nel suo interrogatorio con il procuratore Roberto Di Martino sulle partite di almeno sei squadre - Bologna, Lecce, Cagliari, Roma, Fiorentina, Bari e Chievo - resteranno soltanto una "sensazione" di "illecito e frode sportiva" o diventeranno dell'altro. Un principio di prova. Anche perché, dice ora il Procuratore di Cremona, il passaggio si fa obbligato: "Se dovessimo prendere per buono tutto quello che abbiamo messo a verbale in questi ultimi giorni di interrogatori, dovremmo immediatamente iscrivere al registro degli indagati i nomi di nuovi calciatori. Ma prima di farlo, servono delle verifiche di attendibilità e dei riscontri. Ed è quello che ora abbiamo cominciato a fare". Agli investigatori è stato chiesto di sviluppare i tabulati e le celle agganciate nell'ultimo anno dai telefoni cellulari di Pirani, Antonio Bellavista (ex capitano del Bari), Gianfranco Parlato (ex giocatore di serie B e C). Di incrociare l'esito di questi accertamenti con i numeri memorizzati nelle sei agende telefoniche sequestrate a Pirani. Di rovistare nei file archiviati nei pc degli indagati. Di sovrapporre ogni indizio utile di questa ricerca con date, utenze, luoghi che possano avvalorare un contatto diretto della Banda o dei suoi interlocutori - il giro degli "Zingari", quello dei "Milanesi" e dei "Pugliesi" - con dirigenti e giocatori di quei sei club, con persone che intorno a quei club orbitano. E questo, quantomeno in occasione delle partite di cui l'inchiesta sospetta la combine. A meno di colpi di fortuna, non sarà un lavoro né semplice, né breve. Che tuttavia muove da un'ipotesi di lavoro suggestiva. E, a ben vedere, forse non troppo lontana dal vero. Una qualificata fonte investigativa la racconta così: "L'idea che gli scommettitori comprino le partite su cui giocano, corrompendo direttamente qualche giocatore, è la più semplice, diciamo pure la più rozza, ma non necessariamente la più corretta. Forse funziona in questo modo nelle serie inferiori, dove le società per mesi non pagano gli stipendi. Ma quando si sale di categoria, la B, e a maggior ragione la A, bisogna pensare a un meccanismo come l'insider trading di Borsa. Mi spiego: lo scommettitore non compra la partita. Compra l'informazione privilegiata che una determinata partita è stata già aggiustata per ragioni sportive dai club e dai calciatori che la giocheranno. Compra la certezza di un pareggio, di una sconfitta, di una vittoria, perché già decisi". Insomma, esiste a monte un illecito (quello sportivo) da cui dipendono le fortune di una squadra (spesso la permanenza in serie A), su cui, a valle, fiorisce e lucra l'appetito frenetico dello scommettitore, che ne diventa il parassita. Una catena di convenienze dove ce n'è per tutti. Per i giocatori, che non solo portano a casa un illecito sportivo utile a se stessi e al club, ma anche qualche decina di migliaia di euro dallo scommettitore cui vendono l'informazione. Per gli scommettitori, che puntano sul sicuro. E che non sono mai da soli. Perché, normalmente, l'informazione "giusta" è molto cara e per ammortizzarne il costo è necessario sfamare l'intera catena lungo cui viaggia. Se l'intuizione investigativa è nel giusto, rilette in questa chiave, molte delle intercettazioni di Cremona su partite di serie A e B acquistano un nuovo senso. Aggirano l'obiezione chiave di questi giorni per cui "dal momento che non esiste prova di contatti diretti tra scommettitori e giocatori o club di serie A, non può trattarsi che di millanterie". Accade, infatti, che Erodiani, Parlato, lo stesso Pirani, nelle loro conversazioni facciano spesso riferimento a informazioni su singole partite, raccolte da misteriosi informatori, che costano un occhio della testa e per le quali il margine di guadagno è considerato troppo basso ("E che cazzo, ma ti pare che faccio solo 20 mila con la A?", si sfoga Erodiani con Parlato nel marzo di quest'anno). Informazioni che quasi sempre devono arrivare poche ore prima che la partita si disputi. A "mezzogiorno", o "la sera" prima dell'incontro, quando le squadre, normalmente, sono in ritiro. In un caso, addirittura, Pirani raccomanda al giocatore dell'Ascoli Vittorio Micolucci di informarlo, tra il primo e il secondo tempo della partita che si giocherà a Bergamo con l'Atalanta, "se quelli di Bergamo cambiano idea sul risultato". "Se decideranno in campo di chiedere un pareggio". La fonte investigativa sorride: "Questo che cosa vuol dire? Che lo scommettitore raccoglie una decisione presa da altri. Dai giocatori". O addirittura dai club, se sono attendibili - per citare ancora un frammento della carte di Cremona - gli sms che assicurano dell'intenzione della dirigenza del Torino di cominciare a vendersi i risultati dei suoi incontri. L'ipotesi investigativa ha un secondo pregio. Spiega l'omertà dei club e la loro "distrazione" su quello che accade negli spogliatoi e sulle frequentazioni dei loro calciatori. Rende comprensibile perché una storia che ha già travolto due campionati (Lega pro e B) e ne minaccia un terzo (la A) sia stata innescata da una banda di cialtroni di provincia, tanto avidi quanto pasticcioni e chiacchieroni, ultimo anello di una catena di informazioni privilegiate che aveva testa e fulcro altrove. Non a caso, trent'anni fa, anche l'ultimo scandalo del calcio-scommesse era cominciato così. Da un ristoratore.




Nasce una unita' investigativa contro le scommesse sportive illegali. Avra' base al Viminale e sara' composta da personale di Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza con le strutture di Sco, Ros e Gico, ed anche personale della Dia perche' c'e' il sospetto di pesanti infiltrazioni della criminalita' organizzata. Lo ha annunciato il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, al termine del vertice che ha presieduto al Viminale con i presidenti di Coni e Figc, Gianni Petrucci e Giancarlo Abete. A coordinare il lavoro dell'unita' sara' il capo della Polizia, prefetto Antonio Manganelli. Un network europeo di rilevazione di tutte le anomalie nelle scommesse legate al mondo dello sport, il calcio in particolare per il fatto che assorbe la gran parte delle puntate. E' la proposta che il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, fara' a Bruxelles ai suoi colleghi omologhi. L'annuncio e' venuto nel corso della conferenza stampa che il ministro ha tenuto con i presidenti del Coni e della Figc, Gianni Petrucci e Giancarlo Abete, al termine del vertice che avevano tenuto sulla situazione dello scandalo calcioscommesse. Maroni ha sottolineato che mentre in Italia potra' essere piu' praticabile da subito la strada della prevenzione e repressione del fenomeno clandestino, attraverso la costituzione di una vera e propria unita investigativa che coinvolge Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e Direzione Investigativa Antimafia, oltre confine e' invece piu' complicato. Sono infatti due i livelli su cui operano gli scommettitori: nei Paesi Ue e in quelli extracomunitari. Maroni ha aggiunto che nel primo livello le scommesse non sono rilevate, ovvero eventuali anomalie non sono riscontrabili. Di qui la sua idea di puntare a realizzare una Rete europea di rilevazione. Oltre i Paesi comunitari invece "non c'e' modo di avere le rilevazioni, pero' potremo comunque agire verificando i fluissi di scommesse che partono dall'Italia. Ci pensera' la Polizia postale a verificare eventuali flussi anomali di scommesse.





"E' un momento difficile, non lo neghiamo, quello delle scommesse è un evento che va al di là dello sport, ma da oggi sapendo che il Ministero dell'Interno ci è vicino siamo più sereni". E' ottimista il presidente del Coni, Gianni Petrucci, al termine della riunione di questa mattina al Viminale con il ministro dell'Interno Roberto Maroni e il presidente della Federcalcio Giancarlo Abete. Petrucci ha ringraziato il ministro "che ha deciso di prendere di petto il problema. Da parte nostra noi sentiamo le nostre responsabilità e ci daremo le strutture necessarie". Anche il presidente della Figc Abete ha ringraziato Maroni "per la sensibilità, l'attenzione e la decisione immediata assunta con una risposta di qualità a un fenomeno mondiale".



L'ex portiere della Cremonese, poi del Benevento, Marco Paoloni, è giunto in tribunale a Cremona per essere interrogato dal procuratore capo Roberto Di Martino nell'ambito dell'inchiesta sulle partite truccate che lo ha portato in carcere. Paoloni, in t-shirt bianca e pantaloni di foggia militare, è giunto a bordo di un cellulare della polizia penitenziaria. Il calciatore è ritenuto il perno su cui ruotava l'intero sistema di scommesse truccate. L'inchiesta nasce, tra le altre cose, da un episodio che lo vede protagonista: la somministrazione di un tranquillante ai compagni prima del match Cremonese-Paganese del 14 novembre 2010. Da qui prese il via l'inchiesta che ha portato a 16 arresti e 28 indagati a piede libero.



Nell'inchiesta sulle scommesse nel calcio e' necessario ''accertare fatti e responsabilita', e non sensazioni''. E' l'auspicio espresso da Luca Palamara, presidente dell'Associazione nazionale magistrati, al termine dell'audizione sulla riforma della giustizia davanti alle commissione Affari costituzionali e Giustizia della Camera.



Il presidente della Federcalcio Giancarlo Abete commenta positivamente la decisione maturata al vertice del Viminale fra il ministro dell'Interno Roberto Maroni e il presidente del Coni Gianni Petrucci di istituire una unità investigativa e operativa sul fenomeno del calcio-scommesse: "L'attività di contrasto è importante e deve essere sviluppata, anche con una struttura istituzionale come l'unità investigativa presso il Viminale". Il presidente della Figc ringrazia il ministro "per l'attenzione e la sensibilità manifestati. Quelle svolte oggi al Viminale sono riflessioni molto utili che portano a decisioni assunte con tempestività e immediatamente operative, per dare una risposta precisa al mondo del calcio e più in generale al mondo sportivo".

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