martedì 5 aprile 2011

LEONARDO CARICA L'INTER


Leonardo, cosa sa dello Schalke? Lo Schalke ha giocato in Champions contro squadre importanti e, anche se in campionato non ha avuto la continuità mostrata in Europa, è una formazione temibile che sta bene, ha entusiasmo e ha raggiunto un livello importante. Non sono arrivati ai quarti per caso. Cosa pensa di Raul? Come lo può fermare? E' uno di quei giocatori che ha una storia incredibile. La sua scelta di cambiare paese dopo tanti anni al Real Madrid è stata coraggiosa, una sfida incredibile che ha affrontato con entusiasmo. E' il simbolo di questa cavalcata dello Schalke. Si è parlato molto del modulo nel derby. C'è stato un problema di compattezza nel derby: è dovuto alla stanchezza o c'è altro dietro? Non credo che una sconfitta arrivi per un motivo solo e a volte sono stato etichettato come uno che non si interessa della tattica. Sabato abbiamo preso un gol dopo 45”, ma non per una questione tattica. Parlare dopo il 3-0 è difficile, ma nel primo tempo noi abbiamo avuto 3 occasioni e il Milan 2. Rispetto tutte le analisi, ma la partita è “cambiata” dopo il gol iniziale: l'Inter ha sofferto per 20', poi è rientrata in partita fino a quando non siamo rimasti in dieci. Eravamo sbilanciati perché cercavamo il pareggio, ma non credo che la squadra fosse spezzata in due. Nei quarti di finale ci sono due giocatori giapponesi che si affrontano, Nagatomo e Uchida. Che ne pensa? Sono due terzini e non facile trovare elementi così nel calcio moderno. Hanno fatto bene in Giappone e si sono confermati in Europa. Il calcio giapponese è in crescita e dimostra che il calcio è sempre più internazionale. Quanti minuti ha Milito nelle gambe? Ha recuperato bene dal suo infortunio, ma ha dovuto fare una nuova preparazione fisica. E' ad un ottimo punto ed è in grado di giocare. In Champions League lei non ha mai vinto in casa, né con l'Inter né con il Milan. E' una preoccupazione in più in vista di domani? Rispetto le statistiche, ma le partite erano completamente diverse l'una dall'altra. In certe circostanze lo scorso anno con il Milan ci conveniva il pareggio, mentre altre sconfitte sono state influenti. Ogni partita è diversa dall'altra. Se domani dovesse tornare a una squadra con un attaccante in meno rispetto a sabato sarebbe dovuto all'avversario o alla prova deludente del derby? Affronteremo una squadra diversa, con una sfida andata e ritorno. Bisogna tenere conto di tutti i fattori e delle condizioni dei singoli. Se si cambia un uomo, non si cambia la proposta del gioco. Un attaccante in più non vuol dire un modulo più offensivo. Bisogna trovare il modo di giocare per raggiungere l'obiettivo che vogliamo: vincere, sorprendendo l'avversario. Psicologicamente che reazione si aspetta dopo il derby? Dopo ogni sconfitta c'è amarezza, figuratevi dopo il derby, adesso pensiamo già alla Champions. Dopo le sconfitte questa squadra ha sempre risposto bene e sarà così anche stavolta. Cosa le ha detto Moratti? Non c'è tanto da dirsi in questo momento perché la formula per gestire le sconfitte non esiste. C'è il rischio di aver studiato lo Schalke di Magath? Lo Schalke non ha cambiato la sua idea di gioco perché i giocatori sono sempre gli stessi e il calcio che esprime è quello del suo passato recente. Hanno avuto degli infortuni, ma l'idea di gioco non è cambiata. Ci sono possibilità che Nagatomo giochi? Tutti vogliono giocare questa partita e lui non fa eccezione. E' molto motivato. Molti si aspettavano un'Inter più aggressiva e cattiva e il Milan sembrava più voglioso. Perché? Non credo che sia stato decisivo l'approccio. La partita è andata in un certo modo e non si può essere sempre al 100% durante tutto l'anno. La storia della gara ci ha messo in difficoltà, ma non è stato un problema di approccio. A Monaco avete fatto una partita perfetta. Quanto sarà importante a livello psicologico per il proseguimento della Champions? Ci ha dato convinzione e carica perché abbiamo dimostrato di poter fare qualsiasi risultato. Com'è lo Schalke come squadra? Tutti sanno com'è lo Schalke. Noi abbiamo fatto la nostra analisi, ma rimane tra di noi. Le squadre non hanno un mistero tattico, ma la strategia come l'affronteremo rimane tra noi. Come stanno i centrocampisti? Sono abituati a gestire la fatica e i cambiamenti di ruolo. Le scelte sono condizionate dalle condizioni dei singoli. Quanto si sente in corsa per tutti i traguardi dopo il ko nel derby? E' un dato di fatto, noi siamo in corsa per tutto e le certezze non sono cambiate dopo una partita persa altrimenti l'Inter non avrebbe vinto per così tanto tempo. Le analisi non devono essere passionali e l'equilibrio è quello che la squadra deve avere di più. Domani si aspetta più una squadra ferita o arrabbiata? Sì qui c'è l'orgoglio di dimostrare che ci siamo sempre. Affronteremo una competizione sapendo quanto è difficile ogni partita, ma senza mollare. E' convinto che questa squadra possa cambiare modo di giocare a seconda della salute dei singoli e degli avversari o è meglio rimanere legati a un certo assetto? Possiamo cambiare sistema e uomini e presentarci in modo diverso. La finale a Madrid è stata vinta con il 4-2-3-1, ma possiamo giocare anche in altri modi a seconda delle risposte delle partite precedenti. A mente fredda cosa pensa dell'accoglienza di San Siro nel derby? Dal mio punto di vista mi considero più forte di prima perché solo io conosco tutto quello che è successo in passato. Ora però basta parlarne sennò diventa un Grande Fratello, con tutto il rispetto per il Grande Fratello. L'accoglienza di sabato è stata la più grande delusione della sua carriera? Non è stata una delusione, nessuna delusione. Il calcio è popolare e importante per le persone. Non ci sono certezze assolute, ma emozioni. Per quello che ho vissuto mi considero un privilegiato perché ci sono tutti i sentimenti. Perché Gattuso le ha urlato quell'offesa? Non l'ho visto e non ci siamo incrociati neppure dopo.
Alessandro Lugli

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